Metodo Kodaly (1882-1967) Ungheria.
- esecuzione di una canzone scelta dall’insegnante per una specifica ragione didattica.
- analisi uditiva di un elemento particolare della canzone: differenza ritmica fra il movimento di nota di durate differenti, oppure la distinzione fra gli intervalli melodici.
- una volta riconosciute queste differenze si inizia una serie di giochi e improvvisazioni praticando questi elementi musicali usando la chironomia, il movimento del corpo, gli strumenti, la voce parlata e cantata, finche i nuovi elementi sono ben compresi e interiorizzati dai ragazzi.
- invenzioni o composizioni nuove, usando i nuovi simboli musicali, dettati orali e scritti che contengono il nuovo elemento musicale.
Con questo percorso di lavoro abbiamo già uno schema per insegnare qualsiasi elemento del linguaggio musicale: iniziando dall’esecuzione musicale, si passa poi all’analisi, e infine alla pratica in modo vario, è da notare che la scrittura della nuova figura musicale, che porterà infine alla lettura, è l’ultimo passo nell’apprendimento. Il processo d’insegnamento va dal conosciuto allo sconosciuto, dal semplice al difficile, in modo graduale, progressivo e pianificato: gli elementi nuovi devono avere un riferimento a quelli già conosciuti. La sensazione dell’alunno deve essere quella di applicare quello che già sa per imparare ciò che non sa. Il processo è quindi induttivo e riesce a sviluppare gradualmente nell’alunno una conoscenza ritmica, melodica, formale, a partire dalle sue conoscenze innate, dalla sua madrelingua musicale, portando a livello conscio quello che è già presente a livello inconscio, facendo scoprire, in modo attivo, ciò che emozionalmente è già conosciuto. Solo in un secondo momento si arriva all’astrazione del dato sensibile, elaborando la formazione di un concetto, codificato in un secondo momento in un segno, ma già posseduto a livello di esperienza concreta. In questo modo si arriva ad un apprendimento significativo e duraturo.